Si può essere un eccellente e innovativo ingegnere e imprenditore, ma non è detto che possa essere anche un imprenditore aperto al sociale e che voglia costruire con il suo potere economico un mondo più giusto. Alcuni miliardari hanno scelto questa strada, altri no, qualificandosi politicamente.
Ora il grande progetto politico di Musk: Presidente Usa, comincia male. Primo scivolone l’ordine ai dipendenti Tesla per un rientro generale senza smart-working, e una riduzione degli stipendi. Immaginiamo la contentezza dei dipendenti che magari credevano che chi inventa satelliti e mezzi spaziali e auto con guida automatica, avrebbe reso il lavoro più sereno e libero e invece si trovano alle dipendenze di un imprenditore ingordo e rapace.La maggior parte del mondo imprenditoriale Usa, repubblicano e democratico, apprezza l’operato di Musk e lo rende un candidato credibile per una società profondamente iniqua economicamente e socialmente, che nella sua maggioranza non crede nel sociale e nello Stato, ma nelle armi che individualmente si posseggono.
E’ stata questa logica presente in alcune società primitive scomparse perché esplose nel loro interno.
In effetti la libertà di armarsi individualmente è una contraddizione con l’esistere della società umana basata su leggi statali.
Ora Musk, con la sua convinzione di onnipotenza mentale, può essere la miccia che fa scattare la contraddizione interna drammaticamente, con una parte della popolazione che si organizza, con le armi d’assalto che ha, e si impossessi del Governo del paese.
Trump in piccolo ha accarezzato questo progetto poggiando su una destra eversiva ma di scarso cervello.
Musk non è Trump e ha i mezzi economici propri per far crescere e sostenere un progetto eversivo di conquista del potere attraverso i suoi sostenitori .
Questo potrebbe essere uno dei prossimi scenari futuri, perché la contraddizione fra popolo armato individualmente e senza fiducia in un sistema sociale di governo, prima o poi arriverà al suo punto di rottura.