LO SCRITTO DEL L'AMICO FRANCO DE NIGRIS DEL 1978
Franco ha accompagnato l'articolo con il seguente appunto:
" Caro Paolo, ti mando questo ciclostilato, prima stesura di un lavoro molto più serio che affronterò in un prossimo futuro. Gradirei che lo leggessi e sarei veramente contento se ti potessi in qualche modo "riconoscerti " poiché non è estranea la tua influenza su questo mio ripensamento cristiano della vita. Con affetto. Franco"
Oggi gli rispondo con la seguente e la pubblicazione del suo articolo:
"Dopo tanti anni, caro Franco, ti rispondo nell'unico modo possibile,pubblicando su questo blog la tua lettera che condivido, oggi, pienamente. Oggi questa tua visione politica afferra bene la realtà non solo del nostro paese e della politica globale; non è più una visione solo cristiana della vita, ma è una visione necessaria e universale. E' rimasta nel cassetto per troppi anni e spero che tu l'abbia ampliata e completata come ti riproponevi. Con affetto, Paolo "
- SULLA CONVERSIONE ALL'AMORE NELLA LOTTA ALL'INGIUSTIZIA PER LA LIBERAZIONE DELL'UOMO. -
1° COSCIENZA CRISTIANA DEL MONDO
Spogliare il cristianesimo di una pretesa matrice ideologica costituisce il compito preliminare ed imprescindibile di un discorso incentrato sull'atteggiamento di cristiani coscienti della propria responsabilità storica condivisa con altre forze sociali ed impegnati nella radicale trasformazione della società.
Occorre quindi riconoscere ed appropriarsi in sede pratica del fatto che il cristianesimo non possiede un modello precostituito di società, schemi e soluzioni di estrazione evangelica ai problemi sociali, non una dottrina sociale di pacelliana memoria, ma piuttosto una direzione di valori da attualizzare e una serie di indicazioni e di tendenze, principi attivi portatori di una concezione che conduce obbligatoriamente a realizzare la giustizia nell'ambito dei rapporti umani: prefigurazione in sostanza di un ordine sociale di convivenza in una prospettiva escatologica, non le premesse ideali per la costruzione di una rediviva quanto sciagurata " civitas dei ".
Cade in tal modo la giustificazione preconciliare tracciata tra mondo cristiano e mondo non cristiano, concepite come realtà sociologiche distinte, quasi due patrie, una della verità e l'altra dell'errore, una della fede e l'altra dell'ateismo.
La contrapposizione tradizionale fra lievito e massa, conseguenza del dualismo artificioso tra uomo e cristiano, tra piano naturale e soprannaturale ha lasciato lo spazio ad una tendenza di reazione per cui il cristiano, introiettando il dissidio, ha provato una profonda crisi di identità,mancando all'analisi i segni conoscitivi dell'essere cristiano.
Se si tiene conto che " la sopranatura non è una creazione ex nihilo " (Blondel ) non una sovrapposizione all'umano, ne una costruzione poggiata sul distacco dal sensibile e dal temporale, ne ancora un prolungamento del naturale, ma una riassimilazione e riconversione dell'umano(1) colto nel travaglio storico, si comprende nella parusia, rivelando Dio all'uomo, rivela l'uomo all'uomo nel suo processo storico di liberazione: la concidenza dell'amore di carità instaurato tra Dio e prossimo dimostra la veridicità di questa proposizione.
2°- CARATTERE DINAMICO E MANIFESTO DELL' "AGAPE'.(2)
Sull'identificazione di Dio nei fratelli, mistificata nel passato, occorre sottolineare come la carità, dono del Cristo, si distingue solo quando si pronuncia, agisce e si traduce in opere (3); non può comunque restare nascosta ma per sua natura deve manifestarsi (4) e tradursi nel modo più espressivo.
Costruttiva la carità da origine a realtà consistenti (Ef,4,16) e sistematicamente si oppone al vento della gnosi (1 Cor.13,15). I figli della carità luce si contraddistingueranno per essere non solo pacifici, ma anche dei pacificatori (5).
Il piano della salvezza del mondo può realizzarsi tramite questa carità divina partecipata "per il grande amore con cui ci ha amati" (Ef.2,4-5).
La venuta del Cristo e la crocefissione sono spiragli sull'amore di Dio verso gli uomini: " In questo è stata manifestatala carità di Dio fra noi": (6) un epifania (7).
Di conseguenza i cristiani sono chiamati espressamente a provare l'autenticità dell'amore (II Cor. 8,8) ad esibirlo e a dimostrarlo difronte alle altre comuità (8); di qui riconosceranno la consistenza della loro carità; o meglio "da ciò riconosceranno che siamo nella verità e davanti a lui potremo rassicurare il nostro cuore:::(IGv.2,19).
Questi passi dimostrano che si tratta di opere più che di parole. Ogni volta che nel Nuovo Testamento si usa il termine di "agape" bisogna tradurre: manifestazione d'amore e sottintendere: " nel modo più efficace" .
Per esempio amare i propri nemici non è provare un attaccamento sensibile, ma rendere loro dei buoni servizi (Mt 5, 43-48) .La peccatrice anonima di Luca che ha unto i piedi di Gesù e li ha asciugati con i capelli "ha molto amato come il buon Samaritano che ha soccorso il ferito (Lc.10, 30-37). I mariti non si accontenteranno di amare le proprie mogli, ma dovranno manifestare il loro affetto (Col. 3,9; Ef.5, 25-33).
Se la nuova legge (Nuovo Testamento) si riassume si riassume pienamente in un solo precetto ciò è a condizione che l'uomo manifesti realmente la sua carità verso il prossimo visto non come strumento per la salvezza personale, ma come fine dell'azione di carità, valore assoluto nel mondo relativo e ciascuno per l'altro acquista valore di proposta a livello esistenziale.
Così l'uomo nella sua totalità viene coinvolto nel disegno di rivelazione-redenzione.. Le sue facoltà vengono permeate dall'agapè fino al punto che il suo comportamento non rimane mai "sospeso" all'amore in una visione interclassista, acritica, con gli immancabili risvolti intimistica, ma decide continuamente della chiamata dissodando il terreno storico.
Falsa è stata la coscienza di se che ha importato il cristiano dalla tradizione; ha considerato il cristianesimo in termini di sicurezza e di equilibrio sottacendo il rischio del credere, la follia della croce e predicando la saggezza borghese, ancella dell'ordine costituito.
In nessuna parte del Vangelo troviamo soddisfazione adeguata per la conoscenza del "Dio sono" , ne tanto meno del "noi siamo"; è l'essenza, la qualità del rapporto tra noi e Dio e la rivelazione ontologicamente equivalente tra noi ed il prossimo che viene definita (v.Mt.,Discorso della montagna).
Ecco l'assurdo evangelico: l'asse dell'equilibrio viene proiettato all'esterno, il Cristo "costruisce sulle nostre debolezze". Solo se si accetta la morte del seme, la dissoluzione del lievito, lo scioglimento del sale, si potrà riuscire a comprendere come non esista "altro comandamento maggiore dell'amore" (Mc,12,30).
Il rifiuto della realtà circostante è negazione della natura conosciuta dal Padre e veicolo di alienazione. E in modo analogico la riduzione del magistero della parola alla regolamentazione del "fatto religioso", costituisce una decapitazione del messaggio sul piano effettuale operativo in omaggio ad una "carità priva di opere" .
Il mondo resta il luogo d'incontro ove i cristiani, uomini tra uomini a pieno diritto, operano concrete scelte nello spazio storico compiute sul piano della giustizia. L'amore serve le scelte, la giustizia le sovrasta ed invoca un giudizio storico: l'imprudenza del Cristo, l'irriguardo di Paolo "Giudicheremo perfino gli angeli" (I Cor.6,3), "giudicheranno le nazioni" (Sap.3,8) (9).
3°- QUADRO DELL'INGIUSTIZIA NEL MONDO. (10)
Il problema di fronte a cui si trovano la Chiesa e i cristiani su scala mondiale è la condizione di sottosviluppo ed oppressione specialmente dei paesi sottosviluppati, frutto dell'imperialismo e della politica di potenza dei paesi egemoni (11) e la crescente coscienza dell'intollerabilità ed inumanità che si accompagna a tale situazione. D'altra parte fa riscontro nei paesi fortemente industrializzati una diffusa situazione di sfruttamento e di alienazione(economica, sociale, politica) della classe lavoratrice, riconducibile alle logiche ed ai meccanismi di un sistema fondato sul profitto per cui si manifesta anche in essi l'esigenza di un cambiamento , la necessità di una trasformazione qualitativa del sistema (12), di un ordine di rapporti diverso, più umano.
Queste due realtà del sottosviluppo e dello sfruttamento, pongono il problema della trasformazione radicale della società nelle sue strutture.
La criticità delle strutture pone la necessità che le strutture sociali non sono da accettarsi come si presentano, quasi fossero categorie naturali; esse sono molto più che un dato, sono un problema.
Vanno quindi assoggettate ad un'analisi critica e al giudizio storico, cioè ad una critica costante e liberante per quanto di ambiguo e disumano esse manifestano concretamente (13).
Tale critica fa perciò appello alla realtà ed alla razionalità: scintifica morale e umana. E' quindi un atto di ragione, di coscienza, di responsabilità di fronte all'uomo e alla storia. Si servirà perciò degli strumenti dell'analisi scientifica e storica che meglio permettano di comprendere i rapporti sociali e le condizioni reali degli uomini nelle strutture economiche e sociali e di svelare la vera realtà, cioè lo sfruttamento e l'oppressione determinato dalle strutture sociali e politiche e la coscienza che ne hanno le masse.
A tale scopo è necessario andare fino in fondo alle radici profonde delle situazioni, alla logica ed ai meccanismi che reggono il sistema, ai nodi che sono insieme oggettivi e soggettivi (l'egoismo incarnato nelle strutture) in tutte le loro dimensioni nazionali e internazionali.
Una tale analisi critica implica conseguentemente una denuncia, un rifiuto dell'attuale sistema di strutture:
" Perciò un atteggiamento cristiano autentico implica una rivolta contro la situazione attuale del mondo , e l'esigenza di un cambiamento radicale; un'obiezione di coscienza nei confronti di tutto un sistema di vita e di società "(14).
Ci si chiede arrivati a questo punto, parlando ossia dell'ingiustizia strutturale che si concreta in sistemi di ingiustizia, se la via da percorrere è quella del cambiamento del sistema ponendosi come alternativa al sistema.
In una prima analisi ed approssimazione ci sembra l'azione di denuncia il primo passo; quindi l'azione dall'interno all'esterno: una azione capillare che compiono i cittadini stessi all'interno dello stato; una azione globale che compie la Chiesa come realtà universale raccolta nell'ecumene e nell'interreligione (15); un azione quest'ultima sorretta dal suggerimento e dalla trattativa ( che per essere efficace deve essere in grado di premere attraverso una rivendicazione che sia nell'interesse di tutti e che unisca i vari livelli sociali e trovi alleati anche nei vari livelli istituzionali e produttivi).
Il popolo della Chiesa lotta con l'annunzio che è denuncia anche precisa ma mai perde di vista che le controparti sono anche esse creature di Dio.
La resistenza ad oltranza dei sistemi ingiusti, (fatta con le armi e con le carceri e la tortura), rende necessario che i cristiani intervengano seguendo la strada del dialogo e della non violenza accettando il cambiamento anche graduale, ma ponendo sempre la condizione che vi sia la salvaguardia di chi lotta per il cambiamento. L'azione per il cambiamento pone la questione dell'individuazione di denunciare ogni strumentalizzazione delle masse, e di realizzare invece la partecipazione consapevole delle masse.
4° TRIPLICE IMPEGNO NELL'AZIONE
Senza peccare di presunzione per una esposizione affrettata, sembra comunque che il cristiano, nella difesa dei valori e nell'opposizione all'ingiustizia, abbiauna sua tipica collocazione storica che pur avendo tutti i caratteri dell'impegno politico puntuale si distingue dal comune terreno politico con possibilità di rifluire su esso senza meritae accuse di riformismo. Si presenta in sostanza un triplice compito: annuncio della giustizia in cui dialetticamente si svolge il superamento delle particolari condizioni storiche; denuncia dell'ingiustizia ed opposizione nella dimensione del presente storico con l'assunzione della situazione nella globalità e particolarità dei suoi aspetti concreti; riassimilazione del messaggio evangelico. Tutto riepilogabile in annuncio della giustizia, denuncia dell'ingiustizia, azione organizzata evangelica.
NOTE
(1) L'edificazione del Regno di Dio è presentata come una ristrutturazione secondo giustizia: Is.28,16; Atti 4,11; I Pietro 2,4; Matteo 21,42 "La pietra che hanno scartato i costruttori- questa è diventata pietra angolare. Questa è l'opera del Signore " .
(2) C. Spicq: " Carità e libertà ", ed Coletti
(3) Mt.6,24 amore di carità ; cfr. l'unione carità-agire (Rom. 13,10) agire e realizzare (Gall.5,6).
(4) Gv.14,21: "Io l'amerò e mi manifesterò a lui "; Gv. 14,31: " Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre ".
(5) MT.5,9 "Felici gli artefici di pace perché saranno chiamati Figli di Dio "; Rom.14,17-19: "Il Regno di Dio non è ne cibo ne bevanda; è giustizia pace e gioia nello Spirito Santo....." .
(6) I Giov.4,9; cfr. IITim. 1,9-10: " Questa grazia è stata manifestata ora mediante l'apparizione del nostro Salvatore Gesù Cristo ".
(7) Tt. 2,11; "La grazia di Dio, fonte di salvezza per tutti gli uomini, si è manifestata". Tt. 3,4: " Il giorno in cui apparvero la bontà di Dio nostro salvatore e il suo amore per gli uomini...." .
(8) II Cor. 8,26: " Date dunque dinnanzi alle Chiese prova della vostra carità e della giustificazione della nostra fierezza per voi "; Col.1,8 : " Egli ci ha fatto conoscere la vostra carità"; Eb.6,10 : " Dio non è ingiusto da dimenticare ciò che avete fatto e la carità che avete mostrato al suo nome, voi che avete servito e servite i santi" ; III Gv.6: " Essi hanno reso testimonianza alla tua carità, davanti alla Chiesa". Cf. le "opere" di Apoc.2,19 e soprattutto "la fatica della carità" di I Ts. 1,3.
(9) Percomprendere il passaggio dal soprannaturalismo all'umanesimo cristiano, è necessario accostarsi alla teologia dell'evoluzione, della storia, dell'escatologia (Teilhard de Chardin, Thils ), delle realtà terrene del laicato, dell'imprgno politico dei cristiani al mondo d'oggi (Girardi) ed alla teologia della speranza (dai protestanti Moltmann e Pannemberg e ai cattolici Metz e Schillebeckx).
(10) I passi seguenti sono stati in parteestratti e comunque liberamente elaborati dal materiale di discussione apprestato per il XVIII° incontro aclista a Vallombrosa nell'agosto 1970.
(11) Allo stato attuale la giustizia nel mondo è bloccata dai sistemi; da un lato il capitalismo che ha il suo stato egemone negli USA (e nel Regno Unito), dall'altro il comunismo di eredità leninista -stalinista che ha il suo egemone nella Russia sovietica. La coscienza cattolica non deve però soggiacere ad una fallacia fin troppo nota di porre sullo stesso piano capitalismo e comunismo, se non altro perché il nodo che avvince e paralizza il mondo la risultante del fattore economico regolato dalle leggi del capitale , dal cosiddetto "libero gioco delle forze di mercato ".
(12) Lo sfruttamento nel sistema è avvenuto nella misura più orrida e inumana nella fase "eroica" del colonialismo e quindi divenuto sfrenato nella fase pionieristica dell'avviamento del processo industriale, viene perpetuato nel cosiddetto terzo mondo, senza contare che la politica economica mondiale , imposta dalle leggi di mercato, è conforme al profitto delle nazioni egemoni.
(13) "Noi eravamo propensi ad aspettarci tutto dalla coscienza morale, buona o cattiva, o attribuire tutto ad essa; " siate buoni gli uni verso gli altri e tutto sarà in perfetta regola ". Certamente dovevamo essere buoni gli uni verso gli altri; certamente è necessaria l'educazione delle coscienze, come pure la trasformazione delle coscienze, la "metanoia" nel senso del Nuovo Testamento. Ma questa da sola non basta: al rinnovamento delle coscienze deve aggiungersi il rinnovamento delle istituzioni". P.O. Von Breuning.
(14) Cfr. G.Girardi: "Cristiani e marxisti a confronto sulla pace" in Aggiornamenti Sociali, gennaio 1968 pag 79.
(15) "La Chiesa istituzionale sembra spesso essere legata alle condizioni e strutture storiche che provocano e consumano l'ingiustizia nel mondo appoggiandosi su il potere temporale dello stato. Quando questo non avviene, come per molte chiese locali allora si rende manifesto e credibile l'annuncio dell' "agapè" o amore verso il prossimo e la carità fraterna. Nel primo caso essa apre le porte a pensieri e movimenti ateisti, nel secondo caso entra nel profondo della popolazione il "Verbo" che si è fatto carne e ricominciano le persecuzioni contro i cristiani ".