Con il ritiro della Merkel, per ragioni di salute, dalla scena europea, l’Europa ha perso l’unico soggetto politico capace di tessere la rete della trattativa, capacità dei grandi statisti storici europei.
La dinamica von der Leyen, dimostra come il troppo attivismo tolga il tempo a meditare sulla strategia da seguire; e pensiamo che non sia brava ne a giocare a dama, ne a scacchi.
Borrel e Michel sono uomini politici che sembrano incapaci di elaborare strategie che portino l’Unione Europea a riconquistare quella posizione determinante fra le grandi potenze che l’era Merkel aveva realizzato.
Draghi ha dimostrato ancora una volta che un grande economista non diventa mai un grande uomo politico. Ben lo ritrae la foto con in mano la palla di vetro con la neve o simile, che attrae i bambini ma rende ridicoli gli adulti. Essere elogiato, lo riempie di gioia e l’incontro e gli elogi di Biden lo hanno reso come l’alunno premiato dal Preside per i suoi voti. Ma chi comanda e dispone è il Preside e l’alunno può solo obbedire con diligenza.
Rimane da capire, quale sia il Capo di Stato europeo che ha il coraggio di difendere l’economia e il piccolo benessere che larga parte dei 450 milioni di europei, con fatica, aveva conseguito e conservato reagendo anche al Covid. Per ora solo Orban. il piccolo reuccio dell’Ungheria, sembra difendere l’economia del suo paese non votando l’embargo ai prodotti energetici russi, anche perché chiudere i rubinetti porterebbe il popolo ungherese alla miseria.
Speriamo, la speranza non muore mai, che altri capi di stato europei, magari i più giovani, sappiano opporsi a far pagare a 450 milioni fra uomini, donne e bambini, il costo delle sanzioni e il costo del proseguimento della guerra Ucraina-Nato-Russia, e sappiano superare gli ostacoli occidentali per un realista tavolo di trattativa fra Europa e Russia.